Con l’arrivo dell’estate e delle alte temperature, la Regione Lombardia ha deciso di intervenire per tutelare i lavoratori esposti al caldo. Con l’Ordinanza n. 348 del 1° luglio 2025, viene introdotto un importante provvedimento a tutela della salute nei luoghi di lavoro: il divieto di svolgere attività all’aperto tra le 12:30 e le 16:00, ma solo in determinate condizioni.
Quando si applica il divieto
Il provvedimento è in vigore dal 2 luglio al 15 settembre 2025, ma non si applica automaticamente ogni giorno. L’obbligo di sospendere le attività all’aperto scatta solo nei giorni in cui il sistema Worklimate (progetto INAIL e CNR) segnala, alle ore 12:00, un livello di rischio “ALTO” per i lavoratori esposti al sole e impegnati in attività fisica intensa. In sostanza, l’azienda deve controllare la mappa ogni giorno e applicare lo stop solo se il rischio risulta effettivamente elevato.
La mappa di riferimento è disponibile online all’indirizzo: https://app.worklimate.it/ordinanza-caldo-lavoro
Chi è coinvolto
Le attività interessate dal divieto sono:
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i cantieri edili e stradali all’aperto,
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le cave e le attività di estrazione,
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le aziende agricole e florovivaistiche,
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e, in alcuni casi, anche lavorazioni in ambienti chiusi ma non climatizzati, se influenzati dalle condizioni esterne.
Non rientrano nel divieto i lavori legati alla pubblica utilità, alla sicurezza o alla protezione civile (come la gestione delle emergenze o la continuità di servizi essenziali), a condizione che siano messe in atto misure organizzative idonee a prevenire gli effetti del caldo.
Le conseguenze per chi non rispetta le regole
L’ordinanza richiama l’art. 650 del Codice Penale: il mancato rispetto delle disposizioni può portare a sanzioni penali, salvo che il fatto costituisca un reato più grave.
Cosa devono fare le aziende
Per tutte le realtà coinvolte, è fondamentale:
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Monitorare quotidianamente la mappa Worklimate;
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Sospendere le lavorazioni nelle fasce orarie vietate, quando il livello di rischio è “alto”;
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Riorganizzare i turni di lavoro per evitare l’esposizione al sole nelle ore più critiche;
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Adottare misure preventive già previste dalla normativa (pause in zone ombreggiate, disponibilità di acqua, DPI, rotazione del personale, ecc.);
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Aggiornare il DVR tenendo conto del rischio microclimatico, come richiesto dall’art. 28 del D.Lgs. 81/08.
Una misura che richiede attenzione quotidiana
Rispetto ad altri provvedimenti simili, l’ordinanza lombarda non prevede un divieto “fisso”, ma introduce un sistema dinamico legato alle condizioni meteo reali. Questo implica una gestione attenta e costante, che richiede alle aziende di informarsi ogni giorno e programmare le attività di conseguenza.